Associazione Radioamatori Italiani - Sezione di Quartu Sant'Elena



 

 

La radio digitale.

(da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

I servizi radiofonici locali e internazionali si servono essenzialmente di due tipi di modulazioni per diffondere i loro contenuti sonori: la modulazione di ampiezza (AM) e la modulazione di frequenza (FM) In entrambi i casi la frequenza del segnale portante viene modificata direttamente dal segnale sonoro analogico e trasmessa dall'impianto emittente. In ricezione, il segnale misto viene demodulato per estrarre dalla portante ricevuta il segnale sonoro originario. Naturalmente è possibile modulare il segnale della portante con un segnale sonoro che sia stato digitalizzato in precedenza. Il flusso di informazione digitale può quindi andare a modulare la portante attraverso modulazioni molto complesse, che sfruttano la variabilità della portante stessa in domini di ampiezza, tempo, frequenza e fase. Nuovi tipi di modulazione digitale sono stati inventati per applicazioni broadcast e non broadcast. Il già citato GSM è uno standard che prevede la modulazione digitale delle portanti. Nel corrispettivo ambito televisivo abbiamo lo standard DVB.

Anche per la diffusione radiofonica si stanno sperimentando diverse alternative digitali alle tradizionali modulazioni analogiche, anche se il grado di accettazione da parte del mercato varia in funzione di considerazioni di allocazione delle porzioni di frequenza, disponibilità della componentistica per la costruzione di impianti trasmissivi e apparati riceventi e costi di implementazione e transizione dai vecchi ai nuovi sistemi. A volte, le necessità di impiego delle frequenze prevedono infatti la vera e propria sostituzione o aggiornamento dei precedenti servizi. In altri casi i nuovi servizi digitali possono essere sperimentati in situazioni che non impattano sullo status quo. Un esempio ormai consolidato viene dalla televisione digitale, sperimentata inizialmente attraverso frequenze satellitari che hanno per così dire affiancato sia le trasmissioni televisive satellitari analogiche, sia le trasmissioni analogiche terrestri. Lo standard DBV-S è quindi meno "rivoluzionario" del più recente DVB-T, usato in Europa per le nuove trasmissioni televisive digitali terrestri. Queste ultime utilizzano canali di una banda UHF, assegnata anche al servizio televisivo analogico e tutto ciò implica la creazione di accordi preliminari per la gestione dei canali da assegnare ai due tipi di modulazione del segnale, eventualmente nell'ottica di una sostituzione graduale ma completa del vecchio servizio da parte dei nuovi.

La trasformazione della radio diffusiva analogica procede a ritmi molto variabili e in questo momento si concentra su almeno tre standard, due sviluppati in Europa (il DAB e il DRM), uno negli Stati Uniti (IBOC). Il DAB, Digital Audio Broadcast, basato su standard Eureka 147, era stato pensato per l'evoluzione della radio in modulazione di frequenza ed è al tempo stesso il sistema più consolidato, diffuso e utilizzato commercialmente. In Europa è in uso ufficiale da tempo in Gran Bretagna e in misura inferiore in Germania. Altre nazioni hanno avviato reti sperimentali e alcune hanno già deciso, sulla base degli esperimenti, di non utilizzare il DAB in futuro. Solo recentemente, ad inizio 2005, l'Italia ha deciso per l'assegnamento di licenze DAB, che utilizza due diverse bande di frequenza: in VHF (banda III dai 174 ai 240 MHz) e UHF (banda satellitare L-band dai 1452 ai 1492 MHz). In Italia, Agcom ha deciso di assegnare le licenze per impianti terrestri DAB a partire dalla banda L e solo in subordine nella banda III oggi utilizzata per la sperimentazione in corso da alcuni anni da parte di network radiofonici e stazioni pubbliche e private. All'inizio del 2007 il consorzio internazionale per il DAB ha approvato alcune modifiche allo standard, in particolare nel dominio dei codec audio, che sono stati aggiornati allo stato dell'arte delle tecnologie di compressione. Il consorzio ha anche cambiato nome e ora si chiama World DMB Forum. La sigla DMB, Digital Media Broadcasting, deriva da una variante di Eureka 147 studiata e applicata in Corea del Sud. Nel mese di febbraio 2007, la stessa Rai ha avviato una sperimentazione del DMB attraverso l'attuale sistema di impianti utilizzati (in Banda III) per il DAB. Il test prevede anche la trasmissione di immagini prevista dal sistema DMB (che è anche in grado di trasmettere video digitale di tipo televisivo). Il DRM o Digital Radio Mondiale è uno standard affine al DAB pensato inizialmente per l'evoluzione qualitativa dei segnali trasmessi sulle onde corte dalle emittenti internazionali. In seguito sono state avviate sperimentazioni sulle attuali frequenze delle onde medie e onde lunghe analogiche ed è allo studio una versione del DRM per la banda della modulazione di frequenza (88-108). Utilizzando bande condivise, il DRM comporta però alcune problematiche di interferenza nei confronti dei servizi analogici. Oggi il DRM viene utilizzato da un gruppo di emittenti internazionali e da alcune stazioni in onde medie europee.

IBOC, sviluppato negli USA per l'evoluzione dei servizi analogici in onde medie (AM) e FM, si basa su standard diversi che consentono la modulazione ibrida delle portanti, con una componente analogica affiancata a una componente digitale. In questo modo IBOC consente una sperimentazione parallela anche in assenza di apparecchi commerciali capaci di ricevere questo standard. Come il DRM anche IBOC comporta tuttavia complesse problematiche di interferenza ai segnali analogici tradizionali su frequenze adiacenti a quelle utilizzate, soprattutto sulle frequenze delle onde corte e delle onde medie (che subiscono in condizioni di oscurità un rafforzamento propagativo importante). I problemi di interferenza sono legati al fatto che nei ricevitori analogici le modulazioni digitali tendono a essere percepite come fastidiosi spettri rumorosi, che possono coprire o alterare lo spettro sonoro originale. Il vantaggio della ricezione digitale sull'analogico è però dato da una maggiore resa qualitativa (specie nei casi in cui il segnale analogico sia disturbato da rumori elettrici ed evanescenze propagative) e spesso da un impiego più razionale delle frequenze disponibili. Molti esperti sono però convinti che la difficile convivenza tra vecchi servizi analogici e nuovi servizi digitali basati su questi tre standard favoriranno una transizione alla radio digitale in ambiti del tutto nuovi, come ad esempio la versione per dispositivi palmari (inclusi i telefonini) a standard DVB-H (handheld) e altri standard di nuova generazione che possono essere utilizzati per la diffusione di contenuti multimediali.

Tra i sistemi di tipo IBOC, In Band-On Channel, attualmente in funzione si segnalano HD Radio di Ibiquity, già on air da numerose stazioni in onde medie e FM e un ancora poco conosciuto FMeXtra, sviluppato sempre negli Stati Uniti da Digital Radio Express. Se HD Radio è caratterizzato da una complessa struttura spettrale in cui le componenti analogiche e digitali si mescolano tra loro, FMeXtra sfrutta il principio delle sottoportanti dello spettro FM emesso da una stazione per inserire, accanto alla normale modulazione analogica, un flusso di informazioni digitali corrispondente a uno o più programmi distinti (fino a due programmi stereofonici o quattro monofonici).

Gli appassionati di radioascolto guardano all'evoluzione degli standard di radiofonia digitale con un misto di interesse e apprensione. Le preoccupazioni nascono dall'incertezza che circonda gli aspetti propagativi delle modulazioni digitali in fase sperimentale, DRM e IBOC, rispetto alle vaste conoscenze acquisite nel campo delle modulazioni tradizionali. In altre parole, non è ancora possibile dire se i segnali del DRM o dell'IBOC consentiranno una attività di ricezione a lunga distanza simile a quella che per almeno 80 anni ha caratterizzato le stazioni analogiche. Per quanto disturbato e debole, un segnale analogico viene fondamentalmente decodificato dall'orecchio umano, che è capace di interpretare i contenuti anche in casi di forte compromissione del segnale originario; mentre su una modulazione digitale devono intervenire strumenti software caratterizzati da una ben definita soglia di intelligibilità. Quando la ricostruzione di un segnale digitale è possibile, la resa qualitativa può essere eccellente (lasciando ad altra sede la discussione sui meriti dell'audio analogico dei dischi in vinile contro quello numerico dei compact disc).

Ma se la percentuale di informazione chiara non è sufficiente, la resa può addirittura essere nulla. Maggiore è la preoccupazione riguardante l'impatto che un segnale digitale può avere su una banda occupata anche da segnali analogici. Il rischio di questa fase di sperimentazione, caratterizzata dalla scarsa disponibilità di apparecchi in grado di demodulare standard come il DRM, è che i segnali analogici vengano disturbati dalle interferenza digitali anche oltre la soglia di intelligibilità di questi ultimi. Studi piuttosto approfonditi effettuati da appassionati di radioascolto americani su IBOC, dimostrano che le interferenze sui deboli segnali delle stazioni lontane possono essere devastanti per una attività hobbystica già gravemente minacciata dall'aumento di fonti di rumore e interferenza radioelettrica nelle aree più densamente popolate.

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